03 ottobre 2023
L'Ospedale diventa centro di prelievo delle cornee
L’Ospedale San Pellegrino aderisce all’iniziativa del prelievo di cornee post mortem. Donare le cornee dopo la propria morte è un grande gesto di altruismo, solidarietà e di grande rilevanza sociale, diretto a coloro che sono affetti da condizioni patologiche non curabili se non attraverso il trapianto I casi di esclusione dalla donazione sono pochi e vengono valutati direttamente dal Medico. Il prelievo delle cornee non provoca alterazioni dell’integrità della salma che, al termine della procedura, viene sottoposta ad una ricomposizione estetica.
Responsabile delle attività di prelievo per l’Ospedale San Pellegrino è la dott.ssa Elena Chiesa, che si è specializzata a Pavia e ad Imola. L’abbiamo intervistata per capire meglio questa pratica, molto utile per chi ne beneficia, ma oggetto di alcune ritrosie che, come vedremo, non hanno motivo di esistere.
Iniziamo innanzitutto dal definire cosa è la cornea:
“La cornea è il tessuto trasparente che costituisce la parte anteriore dell’occhio. La sua funzione è quella di lasciare passare la luce permettendo, così, alle immagini di imprimersi sulla retina. Quando la cornea è danneggiata a causa di incidenti o malattie, perde la sua trasparenza, le immagini non sono chiare e la vista risulta compromessa”.
A cosa serve la donazione delle cornee?
“Donare le cornee è un gesto d'amore che aiuterà un'altra persona non vedente, laddove indicato il trapianto, a migliorare le performance visive o curare la patologia. È un’espressione di solidarietà, costituisce una grande opportunità ed è un gesto di enorme rilevanza sociale. Sono molte le persone, per lo più giovani, in attesa del trapianto di cornea”.
Chi può donare le cornee?
“La donazione delle cornee è quasi sempre possibile, anche in donatori miopi o con altri difetti visivi. E’ da escludere solo in caso di gravi malformazioni, tumori, o alcune patologie infettive tra cui l’AIDS, l’epatite B e l’epatite C e la tubercolosi in fase attiva, alcune malattie neurologiche.... Questo elenco è solo d’esempio; il Medico prelevatore valuta l’idoneità del candidato in modo da escludere le condizioni di potenziale pericolo per i riceventi. Ribadisco però che le condizioni di esclusione sono veramente rare.”
Quando avviene il prelievo?
Esiste un preciso protocollo, che esclude prevede la possibilità di prelevare solo quando è stato accertato il decesso. La procedura prevede l’esecuzione dell’accertamento del decesso tramite un elettrocardiogramma piatto per almeno 20 minuti, che attesta la morte cardiaca. Il prelievo deve essere eseguito al più presto, entro 6 o al massimo 8 ore dal decesso per garantire le migliori condizioni qualitative della cornea.
Il prelievo sfigura la salma?
“Assolutamente no. Non bisogna immaginare che venga estratto l’intero bulbo oculare, ma solo una piccola porzione, peraltro trasparente, la cui assenza non si nota anche perché al termine della procedura viene eseguita la ricomposizione estetica che prevede, nel sito del prelievo, il posizionamento di un “conformatore” (un piccola cupoletta delle dimensioni dell’occhio) che permette il mantenimento della forma dell’occhio e la corretta chiusura delle palpebre. A completamento della ricomposizione, il viso della salma non presenta alcuna deformità.”
Chi autorizza l’espianto?
“La volontà a donare è espressa dalla stessa persona ancora in vita, può far parte delle dichiarazioni di volontà alla donazione degli organi legalmente dichiarate, per esempio tramite il Comune di residenza... Nel caso in cui il defunto non abbia espresso documentalmente il proprio consenso, questo può essere espresso dal coniuge (non separato) o i figli. Aggiungo che è molto importante avere un’idea della volontà della persona, parlarne non è un tabù”.