17 ottobre 2019
Ogni caso di malati con fragilità, anche nel caso di pazienti terminali, alle Residenze Green Park trova una presa in carico completa ed umana, grazie in primo luogo ad una equipe preparata ed appassionata, guidata dal direttore sanitario Mario Morandi, che conta sui medici Andrea Storti, Federico Sganzerla, Giovanni Corghi ed Antonio Franzese, su uno straordinario gruppo di infermiere (referente Giada Chiesa) e di premurose Oss, coordinate da Chiara Camurri, oltre che il prezioso supporto psicologico. “Abbiamo uno staff all’altezza – conferma Morandi – oltre che una struttura che si presta ad offrire un fine vita dignitoso e composto ai nostri ospiti. Il concetto da cui partiamo è quello di cancellare l'etichetta di paziente ed anteporre quella di persona. La cura in questo caso non è “ti guarisco”, ma “mi prendo cura di te”, e la bravura dell’equipe è proprio nel rimettere al centro la persona, senza trattarla meccanicamente come un oggetto. In alcuni casi basta poco, ad esempio salutare, ringraziare, chiedere permesso anche nel compiere operazioni standard, come prendere la temperatura al paziente. Sembra banale ma non lo è”. Ovviamente poi il percorso è molto più articolato e difficile: “Si tratta di contrapporre la consapevolezza all’informazione. L’informazione al paziente non serve, è necessaria la consapevolezza, che si acquisisce con il tempo, e non sempre. Dobbiamo capire cosa sa il paziente, cosa vorrebbe sapere, se capisce quello che sa e come lo gestisce. C’è anche chi non sa gestire”.
L’accoglienza del paziente con fragilità
Pazienti con demenza, disturbi comportamentali, patologie neurologiche, pazienti con cardiopatie o broncopatie e pazienti oncologici. E’ un lungo elenco di persone quello che trova accoglienza alle Residenze Green Park, che grazie ad una organizzazione d’eccellenza riesce a far fronte ad ogni problematica, mantenendo come primo obiettivo il rispetto della dignità dell’uomo e della donna.
Ogni caso di malati con fragilità, anche nel caso di pazienti terminali, alle Residenze Green Park trova una presa in carico completa ed umana, grazie in primo luogo ad una equipe preparata ed appassionata, guidata dal direttore sanitario Mario Morandi, che conta sui medici Andrea Storti, Federico Sganzerla, Giovanni Corghi ed Antonio Franzese, su uno straordinario gruppo di infermiere (referente Giada Chiesa) e di premurose Oss, coordinate da Chiara Camurri, oltre che il prezioso supporto psicologico. “Abbiamo uno staff all’altezza – conferma Morandi – oltre che una struttura che si presta ad offrire un fine vita dignitoso e composto ai nostri ospiti. Il concetto da cui partiamo è quello di cancellare l'etichetta di paziente ed anteporre quella di persona. La cura in questo caso non è “ti guarisco”, ma “mi prendo cura di te”, e la bravura dell’equipe è proprio nel rimettere al centro la persona, senza trattarla meccanicamente come un oggetto. In alcuni casi basta poco, ad esempio salutare, ringraziare, chiedere permesso anche nel compiere operazioni standard, come prendere la temperatura al paziente. Sembra banale ma non lo è”. Ovviamente poi il percorso è molto più articolato e difficile: “Si tratta di contrapporre la consapevolezza all’informazione. L’informazione al paziente non serve, è necessaria la consapevolezza, che si acquisisce con il tempo, e non sempre. Dobbiamo capire cosa sa il paziente, cosa vorrebbe sapere, se capisce quello che sa e come lo gestisce. C’è anche chi non sa gestire”.
Il cammino va affrontato dal paziente e dalla sua famiglia, accompagnati passo a passo dalla equipe. Un sentiero che porta ad una destinazione spesso certa, ma che può essere percorso in modi molto diversi.